venerdì 4 maggio 2012


Cagliari - Juventus - Il Cerchio tricolore e la periferia dell’Impero
Nedved si prepara al cross vicente
TRIESTE - 15 e 37 di un sabato freddiccio. L’ 11 scappa sulla fascia sinistra e gira un cross con il macino che si ferma a mezz’aria all’altezza del dischetto del rigore. Il 6 bianconero interviene di piatto destro rubando il tempo al numero 7 rosso. A sei anni di distanza, le immagini di Triestina- Juventus, fanno sorridere. Soprattutto l’11, un certo Pavel Nedved, potrebbe fare ancora la sua figura nello scacchiere di Conte, mentre Cristiano Zanetti, soprattutto quel Cristiano Zanetti, protagonista di annate da leader dal 2006 al 2008, rappresenterebbe una riserva di lusso.
La Juventus torna a Trieste quando nessuno se lo sarebbe più aspettato. In una trasferta contro una squadra, il Cagliari, che da “padrone di casa” non le è mai stato tenero. E proprio da un Cagliari - Juventus, anno 2008, parti’ la nuova avventura della squadra bianconera in serie A. Quel Cagliari - Juventus 2 - 3, lo si ricorda soprattutto per la grandissima parata di Buffon che trasformò un piattone a porta spalancata di Bianco, un riflesso simile al miracolo buffoniano di trasformare il gol di Muntari in un’ossessione milanese, e la sua corsa sotto la curva bianconera ad indicare la grandezza degli attributi della squadra di Ranieri.
Quella di Buffon era fede cieca nel progetto di riportare la Juventus a grandi livelli, di toccare con i suoi guanti la Champions che nel 2008 Maldini alzò al cielo ( ” Che soddisfazione vedere un gruppo riscattarsi in questa maniera - disse - impagabile, voglio farlo con la mia Juventus”).  Ironia della sorte, alle porte dello scudetto è proprio la sua determinazione ad essere messa in dubbio, sotto la lente deformante dei replay e di quel tocco di troppo che ha portato Bertolacci in paradiso e Conte all’inferno.
Cagliari - Juventus non è dunque solo una partita che vede una squadra salva di provincia giocare contro un’altra che deve vincere a tutti i costi. E’ un sorta di affresco da Musei Vaticani dove tutti i protagonisti degli ultimi 6 anni di Juve ( Da Almiron a Zalayeta, passando perBoumsongCamoranesiDiegoMotta e Paro) si voltano a guardare quel dischetto bianco. A Trieste. Sei anni dopo. Circondati da quei tifosi che con maglie nere a lutto e numeri argentati sono prima sprofondati nell’ underground della serie A, e poi hanno seguito nella periferia dell’Impero, tra piadine e campi di calcio dove il centrocampo è una trincea tra la vita e la morte, la loro squadra. La Juventus torna li’, con il petto gonfio, la pancia vuota e la testa pesante. In quel campo di periferia per chiudere il cerchio tricolore che si è spezzato 6 anni fa.
Nedved si sistema la cravatta. Del Piero si alza dalla panchina. Buffon ha i guanti aperti. Un cross si ferma a mezz’aria.
@fabder

tat

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